La connessione è altalenante.
E purtroppo non riesco a postare con assiduità.
La scorsa settimana sono arrivate le lavatrici. Sembrava un evento di portata mondiale con annessa ahola.
Ne hanno messe cinque, tutte in fila neanche l'appello militare, attaccate al muro del magazzino.
La gente ha pensato bene di iniziare ad accalcarsi lì davanti. Con i bustoni pieni di panni. Aspettando ore ed ore.
E, come se ciò non bastasse, già ci sono state le prime lotte (nel fango). Donne che si sono appiccicate tirandosi i capelli perchè una era troppo lenta ed l'altra troppo impaziente. Avrei tanto voluto esserci.
Sono state messe in funzione anche le docce nei container. Sono piccole e non ci sono posti liberi dove posare la biancheria e l'asciugamano. Ma ci si accontenta.
Sabato sono riuscita ad accedervi. Sono entrata avvolta nell'accappatoio bianco, i calzini e le scarpe da ginnastica.
Ai lavandini c'erano quattro donne a lavare i vestiti. Tra la porta ed il lavandino c'era una sedia. Una di quelle di plastica, pieghevole. E sulla sedia c'era posata una vaschetta verdina, vuota.
-Scusi, posso poggiare questi slip e questi vestiti sulla sedia?- domando ad una donna affaccendata a strofinare una saponetta su una pancera.
-No- mi risponde -se poggio la caccamella (bacinella) per terra mi si sporca-
-Ah, non c'avevo pensato- dico io -Povera vaschettina- e mi allontano.
Vado alle docce in fondo, poggio la biancheria, i vestiti e l'accappatoio su un rialzo non bene identificato, e vado finalmente a lavarmi. In ciabatte.
Non potete immaginare che goduria. Con l'acqua calda, il sapone in testa ed il vapore ovunque. Non sto facendo ironia, sia chiaro. Era veramente godurioso.
Perchè purtroppo l'igiene è quella che è.
Già uscire ogni ora per andare al bagno, dover aprire l'ombrello e rientrare zuppi non è un granchè. Ma anche andarsi a fare la doccia in un container gelido, mentre fuori piove non è il massimo.
Anche perchè causa pioggia i bagni sono spesso infangati. E la gente più furba usa lavarsi il fango dentro lavandini o sui water. Alcune donne addirittura, hanno pensato bene di attappare i bagni coperti buttandoci dentro gli assorbenti.
Fatto sta che ho atteso la doccia di Sabato scorso con ansia e trepidazione.
Sabato e Domenica abbiamo mangiato divinamente.
Sono venuti i ragazzi dell'alberghiera ed hanno cucinato per noi.
Abbiamo mangiato dolci a scatafascio, salsicce, polpette, orecchiette alle cime di rapa, pasta al sugo (sempre presente), frittate e pane giallo (non so che particolarità avesse).
Ed in questi giorni, complice anche il freddo, ho mangiato di gusto. E davvero tanto.
Ma va bene così.
Infine, c’è un’ottima notizia.
Oggi ho scoperto che in tendopoli c’è una biblioteca. E’ piccola, con i titoli ridotti e poco allettanti. Ma qualcuno mi attira parecchio.
Sono soddisfatta.
Vorrei chiedere se serve aiuto per registrarli ed annotare le entrate e le uscite, ma un amico mi ha detto che sono già in tre ad occuparsene. Forse sarei di troppo. Forse.
lunedì 27 aprile 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
2 commenti:
Penso che sia difficile immaginare una situazione di vita simile. Siamo ormai abituati alle comodità per renderci conto cosa vuol dire vivere senza la doccia calda.
Certo che un calcio alla bacinella potevi pure darglielo, altrimenti c'era la signora.
A presto.
Però il vino è gratis :D
Posta un commento