giovedì 30 aprile 2009

Continua a piovere e la connessione non c'è.
Stanotte si sentiva un martellare fetente sulle tende, neanche un martello pneumatico. Ed all'1 di notte non riuscivo ancora a dormire.
Stamattina anche la coinquilina aveva due occhi come un camaleonte.

Però, oggi, alle 7 e 30 c'era il sole. Ed il cielo era sereno.
Sono andata al bagno e mi sono diretta alla tenda mensa. E lì ho trovato la sorpresa: la fila del thè non c'era.
Per smistare la fila alle bevande, infatti, è stato posato un enorme erogatore di the, caffè ed orzo, proprio accanto al tavolo del buffet, e l'addetto erogatore era il nano.
Il nano è un ragazzo della protezione civile, basso, con un pancione gigante che pare morbidissimo, ed una barba che farebbe invidia a Babbo Natale. Identico spiccicato a Gimli del Signore degli Anelli. E quando si fa le trecce è la fine del mondo.

In compenso hanno bloccato le macchinette che distribuiscono bevande gratuitamente.
Erano continuamente guaste e tutti se ne approfittavano. Si vedevano popolani girare per il campo con quattro bicchieri di cioccolata calda per poi lamentarsi del mal di pancia e dei problemi intestinali.
Persone fisse a pigiare i tasti del caffè e gli anziani che aspettavano per ore il proprio turno.
Hanno fatto bene così.
Adesso il caffè vale 30 centesimi, e li vale tutti.

L'altro ieri sono andata a parlare con il CVS Abruzzo per chiedere se serve gente alla manutenzione della biblioteca. E, si, serve.
Io e Marco (un amico) dovremo contattate gli editori per farci mandare i libri, poi registrarli e catalogarli, e tenere le entrate e le uscite.

Ieri sono stata a Pescara.
Dopo venti giorni ho passeggiato per un centro storico, ho visto negozi e vetrine illuminate. Poi sono stata a cena al ristorante giapponese e mi sono sfondata di sushi.
Ci voleva proprio.
Stanotte sono tornata satolla e soddisfatta.
E stamattina avevo un sorriso stampato sulle labbra, che neanche Zakk Wylde avrebbe potuto togliermi.

martedì 28 aprile 2009

Oggi, a L'Aquila, è arrivato il papa.
Oggi, a L'Aquila, hanno chiuso le strade.
Stavo sulla superstrada che collega L'Aquila alla ss17, quando una volante della polizia spunta da una piazzola di sosta e si piazza al centro della strada.
Io intelligentemente la aggiro e proseguo, fino a che una fila interminabile di macchine mi ferma.
Piove.
Tutte le macchine sono spente. Ad una ad una le macchine davanti a me fanno inversione e si rigirano. Le altre vanno avanti e gli autisti scendono dalle vetture. Anche io spengo la macchina e scendo, per chiedere cosa è successo.
-Sta passando il papa- rispondono -Hanno bloccato tutta la statale-.
Tutti che sbuffano rimanendo sotto la pioggia, io invece risalgo in macchina ed attendo il via libera. Per venti minuti.

Anche in tendopoli la venuta del papa ha creato subbuglio.
Tutto è iniziato ieri mattina, quando un uomo basso e snello dal viso fedelissimo, ha fatto il giro delle tende chiedendo chi volesse andare a vedere il papa. Che hanno organizzato un pullman per ogni tendopoli.
Quello di Acquasanta so che ha riscosso poco successo. Le anziane sono insorte, compresa la mia coinquilina.
Le fedeli, infatti, si sono tagliate fuori dall'evento.
-Perchè a Scoppito si e qua no?-
-Perchè non fa il giro per tutte le tende di tutte le tendopoli? Mica teniamo la rogna?-
-Se lui non viene da me, perchè io devo andare da lui?- domandavano.
E così via, per tutto il giorno ed anche la mattina di oggi.

Dunque le fedeli hanno preferito seguire la diretta in televisione.
E durante il caffè di dopo pranzo, una di loro mi ha raccontato che si sono tutte commosse. Che distribuivano i fazzoletti e che solo all'idea della santa messa le riveniva da piangere.
-Noi aquilani semo tutti uccelli nel cielo. Sparpagliati ma uniti- ha concluso.
E’ da ieri sera che piove.
Non ha smesso per tutta la notte, eccetto cinque minuti.
Il fine settimana è stato buono. A sprazzi ha fatto anche caldo.
Stamattina appena alzata sono andata al bagno e poi mi sono avviata verso la tenda mensa A, dove facciamo colazione. Per strada, lungo il corso, già passavano i primi vigili muniti di pala e zappa. Per scavare i canali di scolo.

Ieri pomeriggio girava voce che ci sarebbe stata una scossa forte.
Ed hanno fatto chiudere di nuovo tutti i negozi che avevano potuto riaprire. Hanno fatto sgomberare alcuni magazzini, ed anche gli uomini della protezione civile suggerivano di stare allerta. Di non entrare in edifici chiusi ed avvisare amici e parenti. Senza generare il panico, però.
E ieri pomeriggio sono tornata a casa, per lasciare i panni da lavare a mia madre.
Premetto che casa mia non ha neanche una crepa e che il danno maggiore è stata la caduta con conseguente fuoriuscita di tutto il nocino fatto da mia nonna.
Ero in casa a prendermi due felpe e qualche slip, insieme a mamma che mi raccontava la sua villeggiatura sulla costa, che le ante dell’armadio hanno iniziato a tremare. Il lampadario dondolava insieme a tutto quello che c’è sulle mensole.
Mi fermo, paralizzata.
Penso: -Conto fino a tre e se continua, esco-.
Uno, due, tre.. Uhm.. Quattro, cinq..
Ed inizio a correre verso l’uscita. Esco sul portico, scendo le scale e solo allora, quando metto un piede in giardino, la terra smette di tremare.
E’ durata un parecchio, almeno sette secondi.
E mi sono spaventata tanto. Erano giorni che non sentivo una scossa al chiuso. Ed in casa, anche se la magnitudo è bassa, si sente davvero forte.
Il mio corpo non smetteva di tremare.

Quando sono tornata alla tendopoli, nessuno l’aveva sentita. Prevedibile.
Oggi se tutto va bene dovrei iniziare a lavorare al campo. Parlerò con chi di dovere e cercherò di non farmi assegnare al ravanamento e distribuzione dei beni di prima necessità. Che quando c’ho provato ho starnutito per due giorni e gli occhi non smettevano di urlare: “Attentato!”.
Sono allergica alla polvere.

P.S. la connessione del campo non funziona. Ora sto postando da casa, ma spero presto di riuscirci anche dalla tenda.

lunedì 27 aprile 2009

La connessione è altalenante.
E purtroppo non riesco a postare con assiduità.

La scorsa settimana sono arrivate le lavatrici. Sembrava un evento di portata mondiale con annessa ahola.
Ne hanno messe cinque, tutte in fila neanche l'appello militare, attaccate al muro del magazzino.
La gente ha pensato bene di iniziare ad accalcarsi lì davanti. Con i bustoni pieni di panni. Aspettando ore ed ore.
E, come se ciò non bastasse, già ci sono state le prime lotte (nel fango). Donne che si sono appiccicate tirandosi i capelli perchè una era troppo lenta ed l'altra troppo impaziente. Avrei tanto voluto esserci.

Sono state messe in funzione anche le docce nei container. Sono piccole e non ci sono posti liberi dove posare la biancheria e l'asciugamano. Ma ci si accontenta.
Sabato sono riuscita ad accedervi. Sono entrata avvolta nell'accappatoio bianco, i calzini e le scarpe da ginnastica.
Ai lavandini c'erano quattro donne a lavare i vestiti. Tra la porta ed il lavandino c'era una sedia. Una di quelle di plastica, pieghevole. E sulla sedia c'era posata una vaschetta verdina, vuota.
-Scusi, posso poggiare questi slip e questi vestiti sulla sedia?- domando ad una donna affaccendata a strofinare una saponetta su una pancera.
-No- mi risponde -se poggio la caccamella (bacinella) per terra mi si sporca-
-Ah, non c'avevo pensato- dico io -Povera vaschettina- e mi allontano.
Vado alle docce in fondo, poggio la biancheria, i vestiti e l'accappatoio su un rialzo non bene identificato, e vado finalmente a lavarmi. In ciabatte.
Non potete immaginare che goduria. Con l'acqua calda, il sapone in testa ed il vapore ovunque. Non sto facendo ironia, sia chiaro. Era veramente godurioso.

Perchè purtroppo l'igiene è quella che è.
Già uscire ogni ora per andare al bagno, dover aprire l'ombrello e rientrare zuppi non è un granchè. Ma anche andarsi a fare la doccia in un container gelido, mentre fuori piove non è il massimo.
Anche perchè causa pioggia i bagni sono spesso infangati. E la gente più furba usa lavarsi il fango dentro lavandini o sui water. Alcune donne addirittura, hanno pensato bene di attappare i bagni coperti buttandoci dentro gli assorbenti.
Fatto sta che ho atteso la doccia di Sabato scorso con ansia e trepidazione.

Sabato e Domenica abbiamo mangiato divinamente.
Sono venuti i ragazzi dell'alberghiera ed hanno cucinato per noi.
Abbiamo mangiato dolci a scatafascio, salsicce, polpette, orecchiette alle cime di rapa, pasta al sugo (sempre presente), frittate e pane giallo (non so che particolarità avesse).
Ed in questi giorni, complice anche il freddo, ho mangiato di gusto. E davvero tanto.
Ma va bene così.

Infine, c’è un’ottima notizia.
Oggi ho scoperto che in tendopoli c’è una biblioteca. E’ piccola, con i titoli ridotti e poco allettanti. Ma qualcuno mi attira parecchio.
Sono soddisfatta.
Vorrei chiedere se serve aiuto per registrarli ed annotare le entrate e le uscite, ma un amico mi ha detto che sono già in tre ad occuparsene. Forse sarei di troppo. Forse.

mercoledì 22 aprile 2009

Ieri è stata una giornata pesante.
Un freddo fetente e la gente nervosa. Rinchiusa nelle proprie tende a vegetare sui letti.
E' stato impossibile uscire, causa pioggia. Perchè ha piovuto tutto il giorno senza un attimo di sosta.
Le tende si sono allagate. Alle 23, mentre stavo dormendo, due uomini della protezione civile sono entrati per chiedere se la nostra tenda fosse bagnata. Per fortuna no. Anche se sulla soglia un po' di pozzanghera c'era.
Con il mio coinquilino, un signore anziano di nome Dionisio, ho deciso di mettere la confezione dei Ferrero Rocher sotto la scatoletta della corrente. Perchè se si bagna quella siamo finiti. E probabilmente anche morti.

Durante la sera, un folto gruppetto di civili ha provveduto a scavare dei canali di scolo intorno alle tende. Con una pala hanno fatto dei solchi sul brecciolino, che partivano dall'entrata ed andavano a finire, provvidenzialmente, dietro la tenda dei dirimpettai. Non so fino a che punto si siano rivelati utili. Altri, invece, sono stati più ingegnosi. Ed hanno scavato delle canalette proprio sotto l'entrata così da farci convogliare tutta l’acqua, che sennò sarebbe entrata.

Ieri hanno portato i nuovi bagni chimici.
Quelli vecchi erano blu e grigi, di una plastica che non sembrava molto resistente. Infatti le prime porte si erano iniziate a piegare ed a spezzare. Questi, invece, sembrano più massicci.
Rossi e neri esternamente ed arancioni internamente. Che fanno molta allegria.

Stamane, al risveglio ho tirato un sospiro di sollievo. Non si sentiva più il martellare sulla tenda.
Ha finito di piovere.
Ed infatti il cielo è nuvolo, ma aperto. E la cappa grigia sembra essere scemata.
Spero continui così, almeno per oggi.

Per quanto riguarda la situazione docce, beh, il risultato non è cambiato di una virgola.
Per tutta ieri gli uomini hanno potuto lavarsi agli spogliati dello stadio, le donne, solo fino all'ora di pranzo.
Fino a quando nel primo pomeriggio non è saltata la corrente. Ed il gabinetto non è uscito rotto.
Vabbeh, pazienza.
Lo riaggiusteranno.
Per il momento vado di salviette per bambini.

martedì 21 aprile 2009

Ieri mattina una mia coinquilina si è laureata.
Laurea di dottorato.

Lei ha 32 anni e studia biologia.

Ieri sera l'hanno festeggiato nella tenda mensa. Ha aspettato che gli uomini della protezione civile finissero di cenare ed ha portato la torta e lo spumante. Poi è uscito un piccolo karaoke e poi si è riso e scherzato fino a tardi.
Io non sono andata perchè avevo sonno e freddo, ma Marco, l'altro coinquilino e suo fidanzato, ha detto che sono stati benone. Per quanto benone si possa stare.

E' stata una festa di laurea sicuramente originale.
Non smette di piovere.
Da stanotte il cielo sta infierendo contro le tende neanche fosse un giornalista d’assalto.
Ieri è stata una giornata un po’ malinconica, un freddo fetente ed un’umidità che bucava le ossa.
Ed oggi non si prospetta niente di meglio, anzi.
Sono ancora nella tenda, al buio. Qui stanno ancora dormendo.
Fuori si sentono le ruspe che fanno avanti ed indietro tra i cumuli di brecciolino ed i nuovi container doccia. Li stanno montando da quattro giorni ma ancora non funzionano.
Dicono ci siano dei problemi con l’acqua calda, fatto sta che niente docce già da un po’.
Il realtà ci sarebbero quelle in magazzino, ma io non oso.
L’acqua è fredda e non posso rischiare una congestione.

Stamattina a colazione regnava il silenzio.
Si sentivano solo le parole di una donna. Io in questa palude non ci rimango, diceva. Se tu vuoi rimanere, statti. Io me ne vado.
Era arrabbiata e stanca. Davanti a lei un uomo sulla cinquantina, che non rispondeva niente. La guardava.
La gente inizia a cedere. Fino a quando fa caldo e c’è il sole, il buonumore permane. Ma non appena il tempo peggiora anche gli animi non reggono.

Un coinquilino ieri mi ha anche detto che da oggi dovrebbe partire il giornalino del campo. Spero sia una cosa organizzata bene. Dopo mi affaccio alla tenda ricreativa e domando.

lunedì 20 aprile 2009

La tendopoli di Acquasanta si trova davanti al cimitero.
Salendo nei dintorni della Torretta, o percorrendo le strade che portano a Collemaggio, si può vedere una distesa di cocuzzoli blu.
Con due gazebo bianchi ed innumerevoli casette grigie, gialle e rosse.
Si tratta rispettivamente delle tende, delle mense e dei bagni chimici.
In questa tendopoli risiedono circa 800 persone. Il numero oscilla dai 700 ai 900, a causa dello scarso spirito di adattamento, o a causa del lavoro.
Infatti, molte ditte e molte fabbriche in questi giorni hanno riaperto i battenti. E numerosi aquilani sono stati costretti a tornare in città per tornare sui posti di lavoro.
Questo non può che essere un’iniziativa lodevole, soprattutto per alimentare lo spirito combattivo dei cittadini. Ma, d’altro canto, non è una situazione facile per tutte le tendopoli che si vedono arrivare decine di nuovi inquilini.

La maggior parte degli abitanti sono persone adulte di una certa età, che passeggiano sul viale sterrato (il corso), o siedono sull’uscio delle proprie tende.
Ma ci sono anche numerosi giovani.
Molti sono i bambini e adolescenti che si tengono occupati nella tenda ricreativa, chi leggendo, chi studiando, chi giocando. Grazie ai numerosi mezzi messi a disposizione dalla protezione civile.

Alcuni ragazzi, invece, hanno deciso di collaborare con i volontari.
C’è la possibilità, infatti, di scendere al magazzino per distribuire alla popolazione i beni di prima necessità. Quindi cibo, abbigliamento, coperte, prodotti igienici. Oppure si può lavorare in cucina: servendo in mensa, apparecchiando, lavando pentole e pentoloni o distribuendo i pasti in tenda alle persone che non possono muoversi.

Per chi vuole c’è sicuramente modo di tenersi occupati e trascorrere del tempo in compagnia. Tutto sta a volerlo, e tutto sta a fare poco gli schizzinosi.

Si Apre

Innanzitutto, buongiorno.
Oggi è una giornata uggiosa. Il cielo è nuvolo e non prospetta niente di buono.

Io sono Sara Ciambotti.
Una studentessa dell'Università de L'Aquila, che segue il corso di laurea in Culture per la Comunicazione.
Ho 24 anni e vivevo a Poggio Picenze.
La mia casa sta ancora lì, ma io no. Io vivo da due settimane nella tendopoli di Acquasanta.
Lo stadio da rugby della città.

Il mio sogno è sempre stato quello di vivere a L'aquila, ed ora l'ho realizzato.
Peccato che ora sia lei a non esserci più.
Il terremoto del 6 Aprile l'ha distrutta. Facendo crollare quasi tutto il centro storico e colpendo ferocemente la periferia ed i paesi circostanti.

Lo scopo di questo blog è quello di raccontare la nuova vita che è piombata sulle teste di tutti i miei concittadini.
Tra quotidianità e curiosi aneddoti.
Perchè anche l'arrivo delle nuove docce può essere un motivo di gioia.
Perchè anche l'arrivo della seconda mensa può farci essere felici.
Vivo in tenda con altre otto persone. Condividendo i pasti con altre 800 persone. Più o meno sconosciute.

Spero che il mio diario possa esservi d'interesse.
Altrimenti, beh, io c'ho provato.