lunedì 11 maggio 2009

Il virus intestinale è arrivato anche a me. Fortuna che non ero a L'Aquila.
Volevo vedere a correre per la tendopoli, nel cuore della notte, con in mano carta igenica e salviette. In cerca di un bagno chimico.
Ed anche Marco, un altro coinquilino, si è ammalato. E mi ha detto che in questo campo, adesso, stanno male 20 persone.

Sono quattro giorni che fa caldo.
A mensa, nelle tende, nei bagni. Solamente all'aria aperta si trova un po' di refrigerio. E va bene così. Anche se, se penso che due settimane fa ha nevicato, mi sembra una presa in giro.

Ieri a pranzo, nella tenda mensa B, ho chiacchierato con una donna.
Doveva lavare i panni nella lavatrice, ma aveva un rospo in gola che doveva buttare fuori.
Da una settimana a questa parte, c'è una donna che fa la lavatrice.
Arriva sotto al magazzino con le sue valigie di panni sporchi ed occupa puntualmente quattro lavatrici. Contemporaneamente.
Impedendo alle altre donne di sbrigare la loro faccenda.
-Ma diteglielo- le ho risposto. Forse troppo ingenuamente.
Glielo abbiamo detto.
Molte volte finisce a botte.
Giorni fa, invece, è successo che la donna in questione si è allontanata qualche minuto, ed alcune persone le hanno stoppato il lavaggio e le hanno gettato i panni fuori la lavatrice.

Ieri sono entrata nel bagno container.
Mi dovevo asciugare i capelli. Attacco il phon allo spinotto ed accendo.
Accanto a me c'era una donna. Una puzza di tinta per capelli che neanche dal parrucchiere.
Le sorrido. Buongiorno, dico.
Aveva in mano due pennelli e se li strofinava in testa. Erano mezzi secchi e la tinta nella vaschetta quasi finita.
Ogni tanto si fermava, posava gli attrezzi e prendeva il pettine. Ed iniziava a separare i capelli come uno scultore sulla creta.
-Le serve una mano?- le ho chiesto -Facevo io la tinta a mia madre, non sarò una parrucchiera ma me la cavo-
Lei mi sorride ed iniziamo a parlare. Sembra entusiasta della mia proposta. E mi dice che i parrucchieri di qui, dopo il terremoto, hanno iniziato a prendersi cento euro per una tinta.
Non sa se è vero o se son voci, ma sicuramente non vale la pena farsi i capelli per stare in tendopoli, soprattutto spendendo tutti quei soldi.
Ci si deprime nel vedersi trascurati. Con i panni sporchi ed i capelli in disordine. Quindi la tinta vale la pena farsela da sè. Per guardarsi allo specchio ed essere soddisfatti.

Ieri sera l'ho vista passeggiare il per "corso", e le ho fatto i complimenti. I capelli le son venuti davvero bene.

Sabato è arrivato il nuovo gruppo della protezione civile.
Mentre l'altro gruppo era composto da individui molto giovani, questi sembrano più adulti.
Tra di loro c'era il nostro primo cuoco. Bravissimo. Ci preparava sempre piatti semplici, leggeri ed ottimi. E ieri a pranzo ne ho riconosciuto la mano.
I nuovi, invece, sono troppo meticolosi. Sembrano dei soldatini telecomandati.
Stamattina, una donna, voleva mettermi la colazione nel piatto. Ma io non volevo. I biscotti che devo mangiare voglio scegliermeli io, così ho preso la pinza e mi sono servita.
Ma i primi giorni è sempre così. Se potessero ci imboccherebbero. Alla fine, invece, si rilassano e sono sia più simpatici che più rilassati.

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