venerdì 5 giugno 2009

Oggi a colazione si vendevano magliette.
Sia con il colletto, modello polo, sia t-shirt, molto sbarazzine. Tutte alla modica cifra di dieci euro l'una, tutto per tifare la nostra città. Erano bianche con un'aquila disegnata sul petto, e sotto c'era scritto: L'Aquila torna a volare. O qualcosa del genere.
Un uomo sulla sessantina le stava dipingendo, seduto al tavolo della mensa. Aveva la barba lunga, gli occhiali ed una luce paradisiaca alle spalle. Un signore gli si avvicina e gliene chiede una. Gli dice che ha la taglia xxl e che non vede l'ora di indossarla, che L'Aquila è la nostra città, che dobbiamo supportarla e che gli farà tantissima pubblicità. L'uomo pittore gli dice di tornare il giorno dopo che gliel'avrebbe fatta trovare.
Ed è vero, per tutta la città si stanno moltiplicando le stamperie che si dedicano quasi esclusivamente alla stampa di loghi per L'Aquila. E quasi tutte le persone che conosco ne hanno una.

Da due giorni hanno chiuso il magazzino.
Stava sotto la tendopoli e dispensava a chi ne aveva bisogno ogni tipo di prodotto. Purchè ci fosse. E le donne andavano a richiedere sapone Nivea, sapone Panten, mutande Leabel. Tutto ciò che al supermercato si paga e conviene prenderlo gratuitamente. E nonostante i prodotti venissero dati, nel caso in cui ci fossero stati, il magazzino non andava bene, perchè le persone che andavano a richiedere tre volte la settimana sempre lo stesso prodotto iniziavano a non essere più soddisfatte. Perchè gli si diceva che i negozi sono aperti e che determinati prodotti servono anche alle altre persone. Ne hanno bisogno tutti, se si è recidivi, i problemi sono propri. E quindi un po' di gente s'è ribellata ed il magazzino è stato chiuso. Così fine dei giochi e delle polemiche.
Se il magazzino riaprisse, però, vorrei andarmi a prendere delle scarpe di tela nere con le sfiammate laterali. Quelle purtroppo nei negozi non ci sono.

C'è stata anche l'insurrezione delle donne.
La sera prima della riunione generale, c'è stata sottobanco la riunione delle donne. Ed hanno discusso prevalentemente della cucina: perche la cucina non va. Troppa carne di pollo, troppa carne di maiale. Sempre carne, carne, carne, basta! Ha sbroccato una.
Ed un'altra ha continuato: la frutta è troppo poca ed ai tavoli c'è chi se ne mangia tanta e chi niente. E le banane sono poche e se le mangiano sempre le stesse persone. E la colazione è povera ed il thè è troppo poco. Ed i distributori del caffè sono sempre rotti. E non va bene niente! Ha concluso.
Ed ora, gli uomini della protezione civile, a servire ai tavoli ci hanno messo i civili. Le civili, per l'appunto. E l'acqua ed il pane ce li dobbiamo prendere da soli. Hanno lasciato un po' di spazio anche nella gestione della cucina e della spesa quotidiana. E seppure io sono contro le polemiche, c'è da dire che da un paio di giorni si mangia mozzarella e ieri a cena c'era la pizza.

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